Golem – Nicola Nannini

Nicola Nannini

Dal 27 settembre al 25 ottobre 2014

Il golem è una installazione di circa trenta metri quadri. Essa prevede la scultura centrale di un umanoide in legno di tiglio dipinto affiancata dagli studi preparatori quali bozzetti in argilla e legno, disegni, progettazioni, strumenti del lavoro ( sega a catena, sgorbia, tavolo lavoro ecc…ecc… ) . L’opera è stata pensata intorno al 2009, realizzata nel 2010 e presentata al pubblico nel settembre 2014. L’installazione vuole essere una esposizione per accumulazione caotica e spontanea di tutti gli elementi occorsi per creare l’essere antropomorfo: lo studio dell’autore preso in toto e trasportato nelle varie sedi di mostra nell’intento di fare interagire l’opera con il pubblico che entra fisicamente al suo interno nel momento stesso in cui viene creata. Essa infatti, come da etimologia della parola ebraica golem che significa non compiuto, embrione, è creazione ancora in divenire; una sorta di prototipo. Nannini ha inoltre fatto comporre sette brani musicali originali che accompagnano l’installazione poiché, come leggenda vuole, un golem prende vita attraverso formule mistiche della cabala, la musica, e le lettere dell’alfabeto ebraico nonché i nomi di Dio.

“…Che cos’è un golem?
Secondo la leggenda ebraica si tratta di un essere creato artificialmente che prende vita grazie all’impiego di formule magiche o delle lettere che compongono i nomi divini, pronunciate secondo uno specifico rituale… Nelle fonti talmudiche vengono descritti esseri dalle forme umane creati mediante la recita di determinate formule…- la visione più classica sostiene che il golem acquistasse vita se sulla fronte gli veniva tracciata la parola emet ” verità ” che è scritta con una Alef ( prima lettera dell’alfabeto ) iniziale. Se questa veniva cancellata restava la parola met ” morto ” provocando la disintegrazione del golem. Il golem sarebbe pertanto un umanoide, una forma di robot, con poteri straordinari e talvolta negativi che può essere utilizzato dal suo creatore. Il caso più noto di creazione di un golem è attribuito al celebre rabbino Jeudà Low nato a Praga ( 1525 – 1609 ) e conosciuto con l’acronimo di Maharal. Secondo la leggenda, il Maestro avrebbe creato questo automa d’argilla per proteggere gli ebrei del ghetto da vessazioni, oltre che per svolgere diverse mansioni e avrebbe provveduto a sopprimerlo allorchè si accorse che la sua obbedienza non era completa… ”

Rav Luciano Meir Caro, Golem/Nicola Nannini, Cento 2014
” Nel 2010 ho scolpito un Golem. Primi disegni. Bozzetti in argilla. Prove d’intaglio ( la materia va capita ). Se conosci il disegno, apprendi i volumi, comprendi la forma. Tre mesi forsennati: sega a catena, sgorbie, patine proteico-polverose. Non ho fatto una scultura. Ho fatto un Golem. Scolpire non sapendo di scultura è gretta, incosciente energia primordiale ( è golem, appunto, non scultura. Fatto privato, non pubblico. Sostanza, non mimesi ). Lavoro senza compiacimenti o narcisismi, consensi o direzioni. Si spara nel mucchio, qui! Nulla da dimostrare. Nulla da mostrare. Dopo, forse, vedrò che farne. Ho discusso con il musicista e in sette brani ha dato suono alla materia: creazione, vanità, tradizione, coscienza, frustrazione, fallimento, distruzione… Golem: quattro anni nell’angolo dello studio a prendere polvere grigia e grigia indifferenza… Perché l’ho fatto ? Perché sono pieno di dubbi… Farò ancora, comunque. Materiale diverso, diversa la forma e i procedimenti… forse… ”

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